Quando il marito va a caccia - La Critica de L'Arena

La critica di Quando il marito va a caccia 
(L’Arena di Verona di martedì 2 agosto 2005) 

Tante porte che collegano vite e dalle quali non si sa mai chi potrà uscire. Cosa faranno accadere. Stanze invase di desideri che sotto l’apparente normalità nascondono segreti e bugie ed oggetti d’ogni tipo pronti a svelare errori e rimpianti. Soprattutto, visibile o meno, il simbolo per eccellenza che nasconde o amplifica le pecche di una vita matrimoniale logora e stanca: il letto, ambito traguardo di ogni inquietudine, intorno al quale si gioca tutto e gli uomini si affannano alla ricerca di un assaggio di felicità, che si tratti di mogli, mariti, amanti o poeti sgangherati.
Un bel quadretto di vita coniugale, al massimo della comicità e al contempo racconto sincero dei limiti e dei difetti umani è quello offerto da Georges Feydeau nella commedia in tre atti “Quando il marito va a caccia (Monsieur Chassel)” e proposto l’altra sera al Chiostro di Santa Eufemia dalla compagnia La Maschera con la regia di William Jean Bertozzo, che ha saputo mettere in scena con brio ed originalità un testo divertente, ma di non facile resa, ricco di colpi di scena, dal ritmo veloce e incalzante e caratterizzato da tutto ciò che dovrebbe essere il teatro comico: allegro, ma non scanzonato, piacevole, ma non stupido né ripetitivo.
A dimostrarlo l’apprezzamento del pubblico, i numerosi applausi a scena aperta e l’atmosfera coinvolgente che sprigionava di continuo dal palcoscenico, sul quale gli attori hanno ricreato con bravura e stile un mondo (per alcuni) quotidiano ed imbevuto di realtà.
Tra spaccati di vita adultera e saggezza matrimoniale retroattiva, tra paure, follie per noia e simpatiche nevrosi d’abitudine, gli interpreti hanno dato voce a ciò che spesso, al di là di situazioni esasperate funzionali alla comicità e segno distintivo del teatro di Feydeau, complica la vita matrimoniale che, stanca di se stessa, si trascina fino all’adulterio consumato più per errore o per ripicca che per piacere.
Alla fine, costretti tra l’elegante salotto di casa simbolo della realtà e il nido d’amore degli amanti che incarna desideri non confessabili, gli intrighi e le menzogne si risolvono e si dimenticano tra buoni propositi e risate. La famosa capacità di Feydeau di guardare, e non solo vedere, l’eterno valzer degli amori e degli addii dal punto di vista comico.
Lo spettacolo sarà in replica sino all’8 agosto, alle ore 21.


Silvia Antenucci

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